javierzanetti! |
|
| “Idi di Marzo” è un libro scritto da Valerio Massimo Manfredi e pubblicato recentemente. Racconta gli ultimi giorni di vita di Caio Giulio Cesare prima della morte, avvenuta in seguito di una congiura, e i tentativi fatti dai messaggeri dello stato per salvarlo. Sono le sei di mattina del 7 Marzo del 44 a.C.. A Roma, precisamente nella Domus Pubblica, Cesare è in preda ad un attacco epilettico. Negli ultimi periodi sono molti frequenti: Cesare ha ormai cinquantasei anni e non è in condizioni fisiche ottimali. Al suo fianco ci sono due uomini fedeli: Antistio, il suo medico personale, e Silio, suo fedelissimo consigliere e centurione della X legione. Intanto a Modena Publio Sestio, detto il bastone, aspetta un uomo, Nebula. Quando arriva gli domanda se a Roma è in atto una congiura e chi sono i protagonisti. Nebula confrema i suoi presentimenti e gli dice i nomi dei tre congiurati: Gaio Trebonio, Cassio Longino e Publio Casca; gli fornisce anche una cartina per arrivare a Roma. Publio Sestio parte subito per la capitale: ha poco tempo, la congiura potrebbe compiersi da un momento all'altro. Nebula, intanto, vende una copia della cartina data a Publio Sestio a Mustela. È un repubblicano schierato contro Cesare. Anche lui parte subito. Deve fermare il centurione prima che riferisca il messaggio. Da qui inizia una corsa contro il tempo di Publio Sestio e di due altri messaggeri dello stato: Rufo e Vibio che sono stati avvertiti da due segnali luminosi di portare a Roma il messaggio “l'Aquila in pericolo”. Nel mentre Mustela e gli altri anticesariani li inseguivano. Durante il viaggio questi uomini si fermano più volte alle stazioni di servizio, ma per brevi pause, e viaggiano anche di notte, con la neve e il freddo, lungo gli appennini. L'amante di Cesare, Servilla, lo incontra dicendogli di stare atento alle Idi di Marzo. A Roma girano voci della congiura. Antistio e Silio si parlano a riguardo: ci sono forti presentimenti, ma non si hanno nomi o vere certezze, per cui non invitano Cesare a muoversi, ma ad attendere. Antistio, allora, decide di chiedere ad Artemidro, che vive con Bruto, di procurargli alcune informazioni. In effetti a casa di Bruto si verificano sempre più spesso riunioni nel cuore della notte. Artemidoro scopre qualcosa ma i congiurati sospettano di lui e fanno in modo di non farlo più uscire di casa. In una di queste riunioni decidono la data della congiura: le Idi di Marzo. Sulla Flaminia i messaggeri sono avvertiti da Pullus che alcuni uomini li vogliono uccidere. In questo modo si preparano a possibili attacchi. Dopo alcune lotte Publio Sestio arriva a Roma, stremato e pieno di ferite. Il suo sforzo risulterà inutile. È la mattina delle Idi di Marzo. La notte è stata tormentata da incubi per la moglie di Cesare; ha brutti presentimenti. Cerca in tutti i modi di trattenere il marito a casa e in un primo momento riesce a convincerlo; ma Decimo Bruto, saputa la notizia della sua assenza, si reca a casa sua e lo persuade ad andare alla seduta in Senato, solo per fare presenza, per poi tornare a casa. Questa decisione è stata fatale: arrivato all'ingresso della Curia, dove si sarebbe dovuta svolgere l'assemblea, gli amici fedeli di Cesare vengono allontanati e lui viene colpito da ventitrè pugnalate, di cui solo una mortale, al cuore; l'ultimo colpo è sferrato da Marco Junio Bruto, figlio di Servilia, l'amante di Cesare nella sua giovinezza. Cesare guarda negli occhi Bruto e gli dice, con l'ultimo filo di voce: "Quoque tu", "Anche tu". I senatori scappano e gli anticesariani girano per la città proclamando la libertà dei cittadini, anche se nessuno è esaltato dall morte dell'uomo più importante in quel momento. Nei giorni sucessivi Antonio cerca di prendere il potere e di non lasciarlo nelle mani di Bruto e dei suoi alleati. Il racconto finisce con il commovente funerale dell'imperatore che aveva portato i confini dell'Impero Romano fino alle sponde degli Oceani e che aveva fatto raggiungere a Roma il massimo splendore.UN LIBRO STREPITOSO!
|
| |