Massoni, piramidi e un segreto Ecco l’ultimo giallo di Dan Brown Da domani nel Nord America e Gran Bretagna il «seguito» del Codice da Vinci
Massoni, piramidi e un segreto
Ecco l’ultimo giallo di Dan BrownDue capitoli sul «Mail». Protagonista ancora il crittologo Langdon
Casa del tempio 8.33 della sera Il segreto è come morire. Dall’inizio dei tempi, il segreto è sempre stato come morire. L’adepto trentaquattrenne fissò il teschio umano che cullava tra le mani. Era incavato, come una coppa, pieno di vino rossosangue. Bevilo, si disse. Non hai nulla da temere
(L’incipit del prologo di «The Lost Symbol» di Brown)
Teschi umani pieni di vino, un corpo tatuato dalla testa ai piedi, la ricerca di un importantissimo documento segreto. L’attesa è terminata. Dopo sei anni di digiuno, i fan di Dan Brown avranno da domani di che cibarsi con la pubblicazione, in tutto il mondo di lingua anglosassone, del romanzo The Lost Symbol . Ieri da Londra è giunto un primo assaggio: il prologo e i due capitoli iniziali della nuova avventura del crittologo Robert Langdon. Lo stile è quello leggero e avvincente del Codice Da Vinci , un fenomeno letterario da 82 milioni di copie tradotto in 51 lingue: il protagonista è ancora lui, il professore di Harvard che a camicia e cravatta preferisce la maglie a collo alto grigia sotto la giacca di tweed. Il lettore lo ritrova a bordo di un aereo privato dove è l’unico passeggero.
Langdon si sveglia di botto da un incubo in cui, bambino, è assieme al padre dentro un ascensore della torre Eiffel in caduta libera. In realtà sta andando a Washington, chiamato a sorpresa dal potentissimo Peter Solomon, filantropo, scienziato, storico, mentore. A destarlo non è che un po’ di turbolenza. Tale è l'entusiasmo per il ritorno in libreria di Brown che in poco tempo gli estratti offerti dal Mail on Sunday hanno fatto, grazie a Internet, il giro del pianeta. Ormai, comunque, lo scoop era assicurato. Il domenicale britannico, testata filoconservatrice il cui pubblico è principalmente femminile, ha battuto tutti sul tempo e non lo ha fatto in sordina. Un inserto speciale di otto pagine con titoloni, copertina del libro, intervista all’autore (vecchia, in realtà), questionario con premio e uno sconto di ben sette sterline sul prezzo del libro. Perché Brown, o per lui il suo editore, abbia scelto proprio il Mail non è chiaro. La decisione, a sentire un giornalista della testata, avrebbe a che fare con i termini finanziari offerti dal giornale e anche un debito di gratitudine che risale all’epoca delle accuse di plagio rivolte a Brown da due scrittori britannici (che poi persero la causa). Se Il Codice da Vinci parlava notoriamente dell’Opus Dei, The Lost Symbol esplora in vena romanzata il mondo della massoneria e il suo legame con il potere, negli Stati Uniti, ma non solo. La scena iniziale ha luogo infatti nella casa del Tempio del Consiglio supremo del 33esimo grado del rito scozzese antico e accettato, a due passi dalla Casa Bianca. Un adepto sta per prestare giuramento di fedeltà per essere ammesso al più alto rango della massoneria internazionale. Tra le mani ha un teschio umano pieno di liquido rosso sangue che è costretto a bere. A guidarlo, un uomo potentissimo dagli occhi azzurro-grigi... Grigi come quelli di Peter Solomon, l’amico che all’improvviso ha bisogno di Langdon? Non è che l’inizio di un mistero che sicuramente sarà un mistero fitto come quello dei romanzi che l’hanno preceduto.
La stessa casa editrice ha fatto circolare su Twitter due lunghi numeri, che altro non erano che la coordinate geografiche della piramide di Giza. Le premesse del libro, in termini di realtà verso fiction, sono simili a Angeli e Demoni e il Codice da Vinci . Prima ancora del prologo, il romanzo cita il seguente «fatto»: «Nel 1991 un documento venne chiuso nella cassaforte del direttore della Cia: Il documento oggi è ancora lì. Il testo include riferimenti a un antico portale e a una luogo sconosciuto sotto terra. Il documento include la frase 'È sepolto da qualche parte lì fuori'». È la frase che pronuncia anche tale Mal’akh, il supertatuato del secondo capitolo. Sul corpo ha replicato con ago e inchiostro un tempio massonico. Gli rimangono da tatuare pochi centimetri di pelle in testa, ma prima di terminare l’opera deve trovare qualcosa di molto importante. Il simbolo perduto del titolo? Nel frattempo si consola. «Sono un capolavoro», si dice guardandosi nudo allo specchio. Per i massoni statunitensi l’arrivo del libro potrebbe avere ripercussioni interessanti. Le sedi delle 2.000 logge d’Oltreoceano sono spesso visitabili. «Ci sarà di sicuro un’impennata nel numero di turisti — fanno sapere dal tempio di Washington —. Non abbiamo nulla da temere».