CRONACHE e CURIOSITA', le news del giorno e non solo

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Berny™
view post Posted on 24/7/2010, 18:50     +1   -1




gli mettono i numeri

e lo fanno vedere pure ai bambini

-.-
 
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il Poltergeist
view post Posted on 7/9/2010, 16:13     +1   -1




Il tema di Sarah: voglio fuggire
da qui. A casa litigo sempre


MILANO - Risposte semplici, secche. Ognuna è un tassello da aggiungere al puzzle incompleto di questa storia.

Il test psicoattitudinale è dell'anno scorso. Sarah Scazzi l'ha finito in pochi minuti. Che rapporto hai con tua madre? «Conflittuale». Se hai un problema personale con chi ne parli? «Con l'amico del cuore». Per me vivere ad Avetrana è: «Non vedo l'ora di andare via». Poi altre domande sulla scuola, gli amici, il tempo libero, i sogni nel cassetto. «Mi piacerebbe lavorare come cameriera sulle navi da crociera», dice la risposta che guarda il futuro. Quanti amici/amiche hai? «Più di 4», chiarisce come se quel 4 fosse un 400. Ciò che mi manca di più è: «L'affetto di mio fratello», l'amatissimo Claudio irraggiungibile perché vive e lavora in provincia di Milano. La più grande passione è: «Gli animali», rivela Sarah a quei pochi che non lo sapessero. Perché chiunque abbia avuto a che fare con lei anche solo un giorno lo sa: gli animali sono la sua felicità, la cosa, per dirla con le sue parole, nella quale «io e mia madre siamo uguali».

Le insoddisfazioni e i tormenti dell'adolescenza, la ritrosia a rispettare le regole, tipica dei suoi 15 anni, e le piccole-grandi incomprensioni quotidiane, hanno compromesso il rapporto madre-figlia. Almeno così sembra a leggere il tema «La mia famiglia e io», pubblicato ieri sul sito del Tgcom. «Non vado molto d'accordo con i miei genitori - scriveva qualche mese fa la ragazzina scomparsa dal 26 agosto -, specialmente con mia madre che si chiama Concetta e ha circa 49 anni. Ci litigo ogni giorno, anche per stupidaggini. Ma su una cosa siamo uguali: tutte e due amiamo molto gli animali. Infatti abbiamo un cane e sei gatti: tre stanno a casa ad Avetrana e tre a casa al mare».

In un altro passaggio del compito Sarah racconta
che «mia madre è molto fredda, forse perché è stata adottata da mio nonno Cosimino. Lui mi raccontava sempre delle storielle quando ero più piccola, ma con il passare degli anni ha perso questa abitudine. Mio padre si chiama Giacomo. Ha circa 54 anni e vive a Milano ma scende qui ad Avetrana ad ogni festa. Lui è tutto l'opposto di mia madre. Poi c'è mio fratello Claudio (...) Io sono molto attaccata a lui perché mi ascolta sempre e mi dà dei buoni consigli. (...) Con mio fratello sono molto dolce. Mia madre è testimone di Geova perciò non vuole che io faccia religione a scuola. Il mio sogno è comprare una grandissima casa e portarci dentro tutti gli animali abbandonati per le strade perché mi dispiace vederli così».

A Claudio sembra di vederla mentre porta a casa un altro cucciolo raccolto per strada. Lui è certo che le parole contro la madre siano «le classiche reazioni di ribellione ai genitori che hanno tutti gli adolescenti» e anche quel «Non vedo l'ora di andar via da Avetrana» non sposta una virgola: Sarah non è scappata volontariamente, è convinto. Così com'è convinto che i satelliti militari o magari quelli di Google abbiano ripreso qualcosa o qualcuno che può servire alle indagini lungo il tratto di strada in cui Sarah è scomparsa: «Che ci aiutino, per favore» chiede.

Un appello, ieri, l'ha fatto anche sua madre direttamente al presidente Napolitano
: «Sono una mamma disperata. Vi supplico, mandate più uomini per cercare la mia Sarah». Il Commissario straordinario del governo per le persone scomparse fa sapere di aver «attivato tutti i canali necessari», gli inquirenti controllano anche il più piccolo dettaglio. Eppure niente: dove c'era Sarah c'è soltanto il vuoto, come il posto in prima fila della sua classe, la II A dell'Alberghiero di Maruggio. Ieri il nuovo anno scolastico è partito dalla sua assenza. Il prof ha chiamato il suo nome facendo l'appello. Ed è stato vuoto una volta ancora.



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A LETTO SBAGLIA IL NOME
DEL MARITO: LUI LA UCCIDE


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Una donna inglese, madre di due bambini, è stata brutalmente assassinata dal convivente perchè, per errore, aveva sbagliato il nome dell'uomo mentre facevano l'amore. I due, Joanne K. di 41 anni e Gary H. di 44, si erano conosciuti nel 2009 giocando a poker su Facebook ed erano andati a vivere insieme a Radcliffe, una cittadina di 30.000 abitanti della contea della Greater Manchester, in Inghilterra. Il 13 aprile scorso, mentre facevano l'amore in camera da letto, lei lo avrebbe chiamato "Chris" anziché Gary, scatenando la gelosia dell'uomo. A quel punto il compagno è sceso in cucina per prendere un coltello, e una volta risalito in camera ha accoltellato al petto la donna. Quindi l'ha strangolata con il filo elettrico della sveglia. Il corpo della donna è stato scoperto dalle sorelle, ancora nel letto della casa di Radcliffe.

«ERO MOLTO ARRABBIATO» Alla polizia che lo interrogava, Gary H. ha risposto: «Non le volevo fare del male, ma mi sono arrabbiato tantissimo. Poi dopo la coltellata lei stava soffrendo così tanto che ho voluto mettere fine al suo dolore. Per questo ho preso il filo della sveglia elettrica e l'ho strangolata. Ma sono molto pentito di quello che ho fatto». Oggi l'uomo è stato condannato all'ergastolo per omicidio; resterà in carcere almeno altri 15 anni prima che potrà esseer valutata una richiesta di sconto della pena. Al momento della sentenza, il giudice Andrew Gilbart ha detto: «Come accade in ogni relazione c'erano delle tensioni, anche per il denaro. Ma niente può giustificare un simile gesto».

 
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Berny™
view post Posted on 7/9/2010, 17:11     +1   -1




occazzo!!
 
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Boss®
view post Posted on 7/9/2010, 17:13     +1   -1




ma no, dai...
 
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il Poltergeist
view post Posted on 7/9/2010, 17:31     +1   -1




siccome non voglio che uno soffra allora lo strangolo con un cavo elettrico;vabbè dai sbattetelo dentro e gettate la chiave,forza.
 
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Boss®
view post Posted on 7/9/2010, 17:34     +1   -1




CITAZIONE (il Poltergeist @ 7/9/2010, 18:31)
siccome non voglio che uno soffra allora lo strangolo con un cavo elettrico;vabbè dai sbattetelo dentro e gettate la chiave,forza.

:cod: povera donna,che fine orrenda
 
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view post Posted on 7/9/2010, 18:27     +1   -1

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Ma che gente esiste in questo mondo :Facepalm:
 
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Ibrakadabra_Style
view post Posted on 7/9/2010, 22:11     +1   -1




l'ergastolo quindi starà in carcere 15 anni poi si valuta cosa?!?!?!? ergastolo deve significare FINO A CHE NON MUORI CAZZO!
 
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view post Posted on 7/9/2010, 23:36     +1   -1

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CITAZIONE (Ibrakadabra_Style @ 7/9/2010, 23:11)
ergastolo deve significare FINO A CHE NON MUORI CAZZO!

quoto!
 
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il Poltergeist
view post Posted on 8/9/2010, 11:20     +1   -1




Resti umani nello stomaco
di uno squalo catturato alle Bahamas


Gli investigatori, attraverso l’esame del Dna, sperano di arrivare a un’identificazione


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WASHINGTON – In una puntata di “Csi Miami”, gli agenti indagano su resti umani trovati nella pancia di uno squalo. Dalla fiction alla realtà: la polizia delle Bahamas è impegnata in un caso identico e sta lavorando per scoprire chi sia la vittima. E’ domenica, tre pescatori sono impegnati in una "battuta" a circa 38 miglia a sud di New Providence (Bahamas). Sperano di prendere delle cernie. Invece - secondo il racconto riportato dai media locali - catturano uno squalo tigre di quasi quattro metri: non appena lo sistemano a bordo rigurgita un piede. I pescatori decidono di rientrare in porto mentre contattano via radio la polizia.

LA VITTIMA UN UOMO DI COLORE
- Una volta a terra gli agenti incidono la pancia dello squalo e trovano un piede destro, le braccia, parte del tronco. I resti sono trasferiti al laboratorio di medicina legale: in base ai primi rilievi la vittima sarebbe un uomo di colore e di buona corporatura. Troppo presto per dire se sia stato ucciso dal predatore o se invece era già cadavere al momento dell'assalto. Gli investigatori, attraverso l’esame del Dna, sperano di arrivare a un’identificazione. E a questo proposito seguono un paio di ipotesi. La prima è quella che porta agli immigrati clandestini – in particolare haitiani - che cercano di raggiungere le coste della Florida e a volte sono vittime di naufragi. L’altra riguarda tre scomparsi in mare nell’ultima settimana. Frank Brown, 62 anni, e Delton Newton, 47 anni, erano fuori in barca quando hanno segnalato problemi al motore. Non sono più tornati. Stessa sorte per un uomo sparito in circostanze simili da quasi sette giorni. Marie Levine, dello Shark Research Institute (Sri), ha affermato che in base alle foto – pubblicate da un sito di una tv – è arduo dire se la persona fosse ancora in vita quando e' stata assalita. L’esperta ha poi precisato che gli squali percorrono lunghe distanze e dunque è anche possibile che i resti non siano quelli degli scomparsi alle Bahamas.

 
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il Poltergeist
view post Posted on 8/9/2010, 16:47     +1   -1




GOOGLE DI GHIACCIO:
STASERA ANNUNCIO ALLE 19


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Anche oggi, Google cambia il suo logo. Ieri il 'doodle' esplodeva in mille palline, oggi è diventato tutto di ghiaccio e si colora digitando le parole della ricerca. «Un modo - ha spiegato l'azienda - per creare il mistero attorno all'annuncio che sarà fatto oggi alle 19 a San Francisco». Secondo indiscrezioni, la novità riguarderebbe proprio le ricerche, che ieri Mountain View aveva spigato di volere 'veloci, divertenti e interattive'.

 
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il Poltergeist
view post Posted on 13/9/2010, 10:32     +1   -1




È morto Pietro Calabrese
In un libro ha raccontato la sua malattia come fosse quella dell'«amico Gino»


SPOILER (click to view)
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MILANO- Aveva raccontato la sua lunga malattia in un libro che uscirà prossimamente. Ma Pietro Calabrese non ha fatto in tempo a vederne la pubblicazione. È è morto nella clinica Paieia di Roma. Firma di punta del giornalismo italiano, ex direttore del Messaggero, di Panorama, della Gazzetta dello Sport, Calabrese, nato a Roma l’8 maggio del 1944, aveva 66 anni. Lui stesso ha raccontato quasi ogni settimana, sul Magazine del Corriere della Sera, la sua malattia come fosse quella del suo «amico Gino». E l’ha descritta in un libro in pubblicazione il prossimo 29 settembre che non è riuscito a vedere in libreria. Di genitori siciliani, Calabrese iniziò all’ Ansa, prima alla redazione notiziari per l’estero e poi alla redazione di Parigi. Dove tornò anni dopo come corrispondente del Messaggero, giornale che ha attraversato fino alla direzione. Per il quotidiano romano ha lavorato anche a Bruxelles e poi come responsabile delle pagine culturali per lasciarlo quando diventò responsabile delle pagine cultura e spettacoli dell’ Espresso.

Tornato al Messaggero, era stato nominato caporedattore centrale e poi vicedirettore unico. Nel gennaio 1996 aveva chiesto l’aspettativa per assumere la carica di presidente del Comitato promotore delle Olimpiadi del 2004 e in questa veste era stato anche consulente dell’allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli. Per la Capitale era poi tornato a lavorare quando sindaco era Walter Veltroni, per abbandonare il ruolo con l’arrivo di Gianni Alemanno. Del Messaggero è stato infine direttore dal giugno del 1996 fino alla nomina in Rai nel 1999. Dopo un passaggio alla divisione multimediale del Gruppo Rcs, diventa direttore di Capital nel 2001, ma l’anno dopo viene scelto per andare a dirigere la Gazzetta dello Sport al posto di Candido Cannavò. In quell’occasione, che riassunse cosi’ la sua idea di giornalismo: «Emozione. Ecco la nostra arma. Se riusciamo a raccontare con imparzialità ma con emozione abbiamo vinto"» Si dimette dopo due anni per passare alla direzione di Panorama, che lascia poi nel 2007 a Maurizio Belpietro. La malattia arriva all’improvviso. È lui stesso a parlarne, nell’autunno del 2009: ne scrive sul Magazine del Corriere, commuovendo i lettori con la storia di Gino . E la racconta in un libro, che non ha fatto in tempo a vedere pubblicato (esce il 29 settembre).

Molte e trasversali le espressioni di cordoglio:
Paolo Bonaiuti: «Con Pietro Calabrese scompare un amico degli anni magici e indimenticabili al Messaggero, un giornalista di razza che ho conosciuto troppo da vicino, giorno per giorno, per poterlo ricordare senza una viva emozione e altrettanta commozione». Così lo ricorda il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti.

Gianni Alemanno: «La città di Roma si inginocchia di fronte alla morte di Pietro Calabrese per rendere omaggio a un grande romano, a uno storico direttore del Messaggero, a un grande intellettuale che ha saputo mettere il proprio ingegno al servizio della sua città e di tutta l'Italia», ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Il segno che ha lasciato a Roma farà parte sempre della storia della nostra città, delle sue più alte speranze civili, della più attenta cura per il bene comune e per i diritti di ogni persona».

Gianfranco Fini: Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ha ricordato la «sua grande esperienza» e «originale patrimonio di idee» che, ha detto «Sono certo continuerà ad ispirare il lavoro delle nuove generazioni di professionisti dell'informazione».

Nicola Zingaretti: «Perdiamo un professionista esemplare, un uomo di grande talento e vivacità intellettuale che ha dedicato la sua vita al mondo del giornalismo e alla cultura e che ha fatto tantissimo anche per Roma», ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. «Arguto, attento, sensibile è stato un giornalista molto stimato, nel corso della sua lunga carriera ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi ottenendo sempre un grande successo».

Renata Polverini: «Durante i suoi oltre 30 anni di carriera ha attraversato l`Europa rimanendo sempre legato alle sue origini romane», dichiara il presidente della Regione Lazio Renata Polverini. «Lo ricorderemo per la sua professionalità e capacità di trasmettere emozioni attraverso il suo lavoro».

Walter Veltroni: «Era un grande giornalista, uno splendido direttore», ha detto l'ex segretario del Pd, Walter Veltroni. «Ma era in prima luogo una persona rara. Era leale sincero, pieno di senso dell'umorismo. Ha sopportato la malattia da signore, come era. Assomigliava ai suoi occhi azzurri».

Maurizio Gasparri: «È stato primo tra i giornalisti per intelligenza e libertà», ha affermato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. «Nei primi anni Novanta fu tra i primi a rompere il black out informativo nei confronti della destra. E poi nelle diverse direzioni ha sempre fatto della libertà e dell’intelligenza le sue grandi caratteristiche. I suoi racconti del dolore e della speranza hanno commosso tutti in questi mesi di lotta all’inesorabile malattia. E il coraggio e la speranza con cui ha affrontato questo calvario sono per tutti una grande lezione. Tantissimi perdono un vero amico. Il giornalismo perde un grande maestro di saggezza. Tutti perdono un uomo libero».

Renato Schifani: ««Con Pietro Calabrese se ne va una grande firma del giornalismo italiano e un uomo di alte doti morali e professionali, stimato e apprezzato da tutti», ha espresso il presidente del Senato, Renato Schifani. «Si è occupato degli argomenti più diversi, dagli esteri allo sport alla cultura, raccontati sempre con quell'imparzialità ed emozione, che erano alla base della sua idea di giornalismo».

Silvio Berlusconi: «Sono profondamente addolorato perché con Pietro Calabrese scompare un caro amico, un maestro di giornalismo. L'Italia perde un professionista di grande talento, onestà e coraggio. Sono vicino ai familiari, a loro esprimo le più sentite condoglianze personali e dell'intero Governo». Lo dice in una nota il premier Silvio Berlusconi.

 
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view post Posted on 13/9/2010, 15:44     +1   -1

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Boss®
view post Posted on 13/9/2010, 17:37     +1   -1




Rip direttore
 
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Boss®
view post Posted on 14/9/2010, 09:51     +1   -1




Più di 10 milioni di uova tra topi ed escrementi sequestrate dai Nas
Erano destinate alla produzione di merendine e pandori. L'operazione dei carabinieri in un magazzino di una ditta di Verona

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Dieci milioni e 300 mila uova, per un valore commerciale di due milioni di euro, "conservate a temperature non idonee, con percolati di uova rotte, tra insetti, roditori e relativi escrementi", sono state sequestrate dal Nas dei carabinieri in un magazzino di una ditta di Verona specializzata nella fornitura di ovoprodotti destinati a note industrie dolciarie nazionali per la produzione di merendine, panettoni e pandori.

Oltre al magazzino, i militari di Padova hanno hanno ispezionato anche "l'area di sgusciatura e lavorazione della ditta dove sono state riscontrate diffuse situazioni di sporcizia, risalenti alla precedente lavorazione" e hanno quindi richiesto all'Autorità sanitaria "l'inibizione all'uso dell'intera linea di lavorazione dell'azienda stessa fino all'adeguamento ai regolari criteri igienici".

Il sequestro ha permesso di impedire l'eventuale utilizzo delle uova nella preparazione di sottoprodotti destinati quali ingredienti in prodotti dolciari da forno, come ad esempio i panettoni, i pandori, ma anche merendine di produzione industriale. (Apcom)

 
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